Forum, l’invasione degli insulti - 19-03-02 - da La Stampa

 

 

da La Stampa del  19 marzo 2002

 

Forum, l’invasione degli insulti

 

 

Come sconfiggere anonimi, ineducati e urlatori «Bisogna creare comunità con valori condivisi

altrimenti cresce soltanto il rumore di fondo»

 

Anna Masera

 

 

Circa un mese fa La Stampa Web ha fatto un esperimento: ha chiesto ai lettori online di identificare i tre ragazzi di una celebre foto del 1970. Il risultato? La bacheca si è trasformata in una specie di vespasiano pubblico ricoperto di graffiti anonimi. per lo più smozzicate imprecazioni.

 

E' intervenuto Gianni Riotta, che sul sito www.lastampa.it tiene il forum Pensieri&Parole (P&P): «...Che accade ai forum? ...Si riesce ancora a parlare o anche Internet s'è massmediezzata, si è trasformata in un talk show bla bla bla come quelli su cui cambio canale in tv di tanto in tanto? Spero di no. Spero che ci siate ancora, che la comunità che abbiamo costruito insieme sia ancora là, ricca attenta intelligente. Se invece siamo diventati tutti uguali e omogeneizzati ditemelo e arrivederci».

 

Il dibattito che ne è emerso - e che è tuttora in corso - è vivace. «Sono nuovo dei forum, ma vecchio navigatore del Web» scrive Gianni Piscopo. «E' certamente cambiato l'utente Internet, si è passati da una comunità di "esoterici" ad una comunità massificata. Siamo tutti più livellati culturalmente in passo, proprio perché complessivamente compresi in una media più ampia... Ma qual è il valore di un'assemblea e il compito di un direttore d'orchestra (di un forum)? valorizzare gli esecutori migliori... l'Agorà consente il confronto».

 

Sergio Palazzi:«Pensieri &.Parole per me è stato la scoperta delle relazioni interpersonali a distanza, con persone mai viste prima (e solo raramente durante e dopo). Mi ha ridato una capacità di esprimermi che precedentemente stavo perdendo. Mi ha fatto conoscere amici con cui sto condividendo un pezzo della mia strada. Tanto per fare un esempio, quando nacque Alice mi arrivarono più messaggi dalla rete che di persona; sono cose che lasciano un segno... Sono contento che in questo momento ci siano ancora, lì fuori, molte voci che mi fa piacere ascoltare».

 

R. Serri: «Tutti noi oramai siamo invasi dalla posta elettronica, e dalla enorme maleducazione che questo strepitoso mezzo di comunicazione può comportare. Anche il telefonino è utile, ma l'invasione costante diventa insopportabile. Più le cose vanno bene, più gente arriva, ma tra la gente, purtroppo, tanti ineducati...». A molti, senza «feedback» passa la voglia di partecipare.

 

«La mancanza di P&P mi ha indotto a non leggere più i giornali. Non potendo più reagire sull'immediato, le notizie mi annoiano» confessa Oretta Dalle Ore, una assidua partecipante anche al forum EvaProEva di Maria Laura Rodotà. Arriva in soccorso del moderatore un certo Al: «Il clan, la carboneria sono il contrario di Internet credo, dove. si dovrebbe andare se si ha qualcosa da dire, una magnifica opportunità di comunicazione, espressione, non un obbligo di frequenza».

 

Poi c'è chi rivendica l'uso dell'anonimato in Internet: «Ma i forum cosa sono? Libertà e fantasia» scrive un lettore che si firma, ma si dice solidale con gli anonimi. «Nei forum non esistono falsità: ci sono persone reali, sincere e "personaggi di fantasia" che vogliono stare insieme. Alla fine quello che conta è proprio questo, la voglia di parlarsi e di stare insieme». «Biz» elenca 3 ragioni dell' anonimato:

 

1)    Poter affermare delle tesi scabrose senza intaccare la propria identità reale;

2)    Gestione e articolazione delle proprie contraddizioni ideologiche mediante utilizzo di diverse maschere ("nick");

3)    La coscienza della debolezza delle proprie opinioni: per cui la maschera ha funzione di saggiarne la validità in un pubblico dibattito.

 

Risposta: «ultima lettera per lei: le maschere le metta a Carnevale ok?».

 

Infine, Internet non potrà mai diventare come la tivù, sostiene Franco Cumpeta, perché «la televisione si fa in alcuni centri e poi si diffonde, l'lntemet è una rete distribuita in cui ogni centro è definito "in relazione" con tutti gli altri.

 

Inoltre è una rete "a pacchetti" e non a flusso continuo, per cui i "canali", le "bande di trasmissione" sono sempre tutti condivisi... Per questo i forum, che sono parte integrante di un sistema "a rete distribuita" e che non sono concepibili su un sistema "centralizzato", non moriranno».

 

Andrea Granelli, amministratore delegato di Telecom Italia Lab, pioniere delle comunità online perché fondò la prima comunità di Tin.it, sintetizza così: «lntemet è sempre più uno spaccato della società, dove c'è di tutto. Bisogna creare comunità con valori condivisi, altrimenti cresce solo il rumore di fondo. E l'anonimato a volte è accettabile, perché protegge gli individui, a volte no. Non c' è una sola regola» .

 

A riassumere il bisogno di comunità, ci pensa Mary: «I forum come P&P servono a incontrarsi e riconoscersi tra anime uguali. A uscire dalla posizione passiva di spettatori delle cose del mondo, per sentirsi invece partecipi di ciò che accade dentro e fuori di noi. E soprattutto a scambiare emozioni con altri che sentiamo simili». Vi sembra poco?

 

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Il Link a Eva pro Eva: